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Obama: "Fiat partner ideale per Chrysler". Montezemolo ringrazia e la Borsa brinda

Tuesday, March 31, 2009

Un giudizio lusinghiero nel giorno in cui ha respinto i piani di salvataggio dei colossi dell'auto di Detroit. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha individuato senza esitazioni nella Fiat l'unica possibile ancora di salvezza per la Chrysler, elogiando i prodotti e il management della casa automobilistica torinese. «Recentemente - spiega il presidente - Chrysler ha cercato e trovato un potenziale partner, la compagnia automobilistica internazionale Fiat, dove l'attuale management è riuscito ad imprimere una svolta impressionante» alla società, riportandola in prima linea nel settore. Obama ha ricordato che «Fiat è pronta a trasferire la sua tecnologia di punta alla Chrysler e, dopo aver lavorato in stretta collaborazione con il mio team, si è impegnata a costruire nuove auto a basso consumo di carburante e motori qui in America». L'inquilino della Casa Bianca ha aggiunto che «abbiamo anche raggiunto un accordo in modo da garantire che la Chrysler rimborserà i contribuenti per tutti i nuovi investimenti che saranno stati fatti prima che la Fiat venga autorizzata a prendere una quota di maggioranza nella Chrysler».
(Fonte: www.corriere.it - 30/3/2009)

«Le parole che il presidente Obama ha usato ieri nei confronti della Fiat sono un importante riconoscimento per tutte le donne e gli uomini che in questi anni anni hanno lavorato duramente per far tornare la nostra azienda forte e credibile nel mondo». Con queste parole il numero uno di Fiat, Luca Cordero di Montezemolo ha commentato la benedizione da parte del capo della Casa Bianca dell'accordo tra Chrysler e il gruppo italiano. Intesa alla quale Obama ha più volte ricordato di subordinare la decisione di concedere nuovi aiuti al settore automobilistico. «Credo che aver scelto la Fiat per aiutare il rilancio dell'auto americana - ha aggiunto Montezemolo - possa essere motivo di grande orgoglio non soltanto per l'industria italiana, ma per tutto il Paese». Il presidente della casa torinese ha poi ricordato che «se l'accordo sarà perfezionato, nelle prossime settimane, si presenterà un'occasione straordinaria: usando una rete importante come quella della Chrysler, potremo entrare negli Stati Uniti con le nostre automobili». «Il mercato americano - ha ribadito Montezemolo - nonostante stia vivendo momenti difficili, resta la più grande delle opportunità e delle sfide».
(Fonte: www.motori24.ilsole24ore.com - 31/3/2009)

Intanto a Piazza Affari gran rimbalzo per le azioni Fiat, che ritornano sopra i 5 euro mentre l'AD, Sergio Marchionne è volato in U.S.A. per mettere a punto gli ultimi dettagli dell'intesa con Chrysler dopo l'OK di Washington di ieri. Il titolo chiude in rialzo del 10,3% a 5,27 euro. Superati i timori della vigilia, il mercato si sente tranquillo sull'impegno finanziario della casa torinese per l'intesa con Detroit. "C'erano timori sulla partecipazione di Fiat al debito di Chrysler, nonostante le rassicurazioni (della casa torinese). Adesso sembra chiarito il fatto che per Fiat l'esposizione come quota iniziale sia limitata al 20% per poi salire progressivamento fino a quando Chrylser non avrà ripagato tutti i fondi ricevuti dallo stato", commenta un'operatrice. Inoltre, prosegue l'operatrice, "le parole di elogio di Obama sulla Fiat sono state una enorme pubblicità gratis".
(Fonte: http://it.reuters.com - 31/3/2009)
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Fiat-Chrysler: accordo fatto. E arrivano 6 miliardi di dollari

Monday, March 30, 2009

Il presidente Obama gli aveva dato 30 giorni, ma alla Chrysler sono bastate 3 ore e poco è arrivato l'annuncio ufficiale: "Fiat e Chrysler hanno raggiunto un accordo sulla struttura di un'alleanza globale che ha il sostegno del Tesoro U.S.A.". Queste le parole del CEO di Chrysler, Bob Nardelli, che di fronte alla prospettiva di perdere sei miliardi di dollari si è mosso come un fulmine. Per il colosso U.S.A. non si tratta però di sottomissione. E subito da Detroit hanno fatto sapere che "Chrysler con l'alleanza con Fiat rafforza il suo modello di business e la capacità del gruppo Chrysler di creare e preservare posti di lavoro negli U.S.A.". In ogni caso l'accordo Chrysler-Fiat è la prima grande vittoria per il presidente Obama che, dopo aver lanciato una coraggiosa politica di controllo sull'operato delle case automobilistiche (storica e memorabile l'affermazione "La crisi dell'auto negli U.S.A. è un fallimento delle leadership da Washington a Detroit"), ora vede una grande azienda U.S.A. seguire, velocemente, le sue indicazioni. Non mancano però, come ha spiegato lo stesso Nardelli, "notevoli ostacoli da superare". Il riferimento va al fatto che questo clamoroso annuncio avvenuto a velocità record è un accordo basato sulla revisione del precedente accordo non vincolante siglato fra Fiat e Chrysler. "Sebbene riconosciamo le difficoltà - spiega però Nardelli - noi ci impegniamo a lavorare a stretto contatto con Fiat, il governo americano, il dipartimento del tesoro U.S.A. e la task force al fine di assicurare il sostegno degli azionisti necessari". Nel comunicato ufficiale poi il presidente di Chrysler racconta che "Fiat rafforzerà la capacità di Chrysler di creare e conservare posti di lavoro negli Stati Uniti; darà ai consumatori americani più scelte per l'acquisto di veicoli avanzati che rispettino l'ambiente; fornirà ai concessionari più di quei prodotti di cui necessitano per operare con successo; aiuterà a stabilizzare la base dei fornitori; permetterà a Chrysler di restituire più presto i prestiti governativi". Nardelli in pratica precisa con chiarezza un aspetto fondamentale dell'intera vicenda: i 6 miliardi non sono un regalo ma un prestito. Un prestito, va detto, che non ha riguardato solo i soldi: Obama stavolta ci ha messo la sua faccia e la sua possente immagine. "Se comprate una vettura Chrysler o GM - ha spiegato il presidente U.S.A. - continuerete a ricevere i servizi come sempre. Le garanzie saranno al sicuro, infatti saranno più al sicuro che mai perchè a partire da oggi il governo americano sarà dietro le vostre garanzie". Più di così... E la Fiat? Sergio Marchionne ringrazia "pubblicamente il Presidente Obama a nome di tutto il management del Gruppo Fiat per le parole di apprezzamento che ha avuto nei confronti del lavoro fatto negli ultimi cinque anni e per il suo incoraggiamento a finalizzare una solida alleanza tra Chrysler e Fiat". "Siamo fermamente convinti - ha spiegato l'Ad Fiat - che le tecnologie ecologiche e le piattaforme per vetture medio-piccole sviluppate da Fiat giocheranno un ruolo fondamentale nel ricostruire uno stretto rapporto tra i marchi del Gruppo Chrysler e i consumatori americani". Per l'amministratore delegato della Fiat l'alleanza "riuscirà ad accelerare in modo significativo gli sforzi per produrre veicoli a basso consumo, portando quindi ad un più rapido rimborso dei fondi pubblici messi a disposizione della società americana". "I colloqui con la Task Force del Presidente Obama - conclude Marchionne - sono stati serrati ma leali. Siamo convinti di poter conseguire un risultato che, assegnando la giusta priorità alla restituzione dei fondi dei contribuenti, darà un futuro credibile a questo settore industriale che è cruciale per l'economia. Siamo davvero felici che Fiat possa giocare un ruolo chiave in questo importante sforzo". Cosa succederà ora? Il mix di prodotto possibile dall'intreccio di Chrysler e Fiat (gigantesche monovolume e maxi fuoristrada da una parte, city car e sportive dall'altra) è un'incredibile gamma di prodotti che spazierebbe dalla Jeep Grand Cherokee alla 500, dalla Ferrari 599 GTB alla Grand Voyager. E le strategie possibili fra la gigantesca rete commerciale di Chrysler che solo negli U.S.A. conta 3300 concessionarie e quella del Gruppo italiano da 500 punti vendita in Italia potrebbe dare origine a qualcosa di mai visto nel mondo dell'auto. E' già stato annunciato lo sbarco della Fiat 500 e dell'Alfa Mito negli U.S.A., così come l'utilizzo dei motori del Gruppo Fiat nelle auto elettriche Chrysler di prossima generazione che li useranno per estendere l'autonomia delle normali batterie. Ma grandi benefici sono attesi dai possibili risparmi con i fornitori e dalle economie di scala sulla componentistica. D'altra parte già il vecchio matrimonio Fiat-GM fece intravedere quali vantaggi può avere una singola marca: il colosso di Detroit - allora carente di motori diesel - riuscì a lanciare una lunga serie di modelli con il fantastico MultiJet Fiat, mentre la marca del Lingotto in poco tempo riuscì a ridare un'ammiraglia alla Fiat grazie al pianale americano. Fu solo un assaggio, però, perché poi il matrimonio si interruppe. Ma stavolta invece ci sono tutte le premesse perché l'unione sia più stabile. Se non altro per la garanzia di qualcuno davvero molto potente: il governo degli Stati Uniti d'America.
(Fonte: www.repubblica.it - 30/3/2009)
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Marchionne: "La prima auto con Chrysler nel 2011"

Friday, March 27, 2009

«Noi siamo pronti. Se con Chrysler sarà tutto ok potremo vedere nel 2011 la prima macchina. Una volta che congeliamo lo stile in 18 mesi possiamo fare la vettura. Il problema sono le normative sui motori che devono superare certi test in America. Per questo ci vorranno almeno 24 mesi». Lo ha detto l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, conversando con i giornalisti al termine dell'assemblea degli azionisti. «Alla Chrysler - ha detto - abbiamo offerte le nostre piattaforme A, B e C, quelle che abbiamo noi. È stato fatto tutto il possibile per assicurarci una buona opportunità di portare avanti l'accordo, la decisione tocca a loro». Marchionne ha poi escluso alternative con altri costruttori: «Io sono impegnato con loro. Già dormiamo poco - ha aggiunto - cerchiamo di non crearci alternative». Anche Luca Cordero di Montezemolo è dello stesso avviso. «Tutto quello che potevamo fare l'abbiamo fatto, adesso tocca a loro».
(Fonte: www.ilsussidiario.net - 27/3/2009)
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Toyota's Hybrid Camry Concept Vehicle unveiled


Toyota has premiered its HC-CV (Hybrid Camry Concept Vehicle) ahead of the 2009 Melbourne International Motor Show in Australia. Using the same continuously variable transmission layout as a Toyota Prius, the new Hybrid pairs a 2.4-liter four-cylinder engine with an electric motor and battery pack, with the familiar Camry exterior lines tweaked in favor of aero efficiency.

The HC-CV is basically a body kitted Camry with the emphasis on aero efficiency. The front gets sharp lines, vertical fog lamps, larger lower opening and a streamlined upper grille. The sharp corners indicate aerodynamic efficiency, although sharp corners are more commonly found on the rear end of a vehicle to improve clean air separation. The "aero" theme continues along the side skirts, which flow into the rear diffuser, giving a sporty, functional appearance. The flat rear spoiler further enhances aero efficiency. The front fog lights and rear taillights are all LED lamps.

The new car is the second Camry to have a hybrid option as it follows the Hybrid Camry currently produced and sold in Japan and America. During spirited driving, the petrol and electric engines work together to provide 143kW of power. However when at a standstill or under light acceleration the car runs on battery power alone, with the battery being recharged via brake regeneration. If the US Camry hybrid version in any indication, the Australian based Camry Hybrid should get 7.1L/100km — a normal manual four-cylinder Camry uses 8.9L/100km.

Plans for the new hybrid was announced by Toyota Australia in June 2008 when it received $70 Million in taxpayer dollars for the project. Toyota plans to build 10,000 Camry Hybrids per year and the production version will be Australia’s first locally produced hybrid.

The premiere marks the start of a 12-month countdown to the car's launch and according to the company's senior executive director sales and marketing David Buttner, the concept being shown in Melbourne "is a strong pointer to the hybrid Camry we will manufacture right here in Australia from early next year."
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WSJ: La task force di Obama chiede aggiustamenti all’alleanza Fiat-Chrylser

Thursday, March 26, 2009

La task force designata dal presidente americano, Barack Obama, per supervisionare la ristrutturazione di Detroit riterrebbe necessario che Chrysler e Fiat facciano degli aggiustamenti alla proposta partnership così da renderla più accettabile per il governo americano. Lo afferma il Wall Street Journal, citando due persone che avrebbero partecipato all'incontro sulla possibile alleanza svoltosi mercoledì. Il quotidiano ricostruisce anche l'incontro fra l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, e la task force, meeting durante il quale Marchionne ha mostrato una presentazione di 75 pagine. Ron Bloom, uno dei top advisor della squadra di Obama per Detroit, si sarebbe concentrato sulla strategia di business mentre Steven Rattner, altro adivsor, su come l'accordo era strutturato. Il team Fiat alla fine dell'incontro avrebbe ritenuto - riporta il quotidiano - che le domande che gli erano state poste mostravano una limitata comprensione dell'industria. «È giusto dire che siamo usciti dall'incontro un po' turbati», avrebbe detto, secondo il Wall Street Journal, uno dei componenti della squadra Fiat che ha incontrato la task force.
(Fonte: www.ilsussidiario.net - 26/3/2009)
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Marchionne: "Il peggio è passato"

Wednesday, March 25, 2009

«Il peggio è passato». L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, scioglie la prognosi sullo stato di salute dell’economia mondiale. «Certo - puntualizza - le conseguenze restano pesanti, ma è partito il processo di risanamento. Diciamo che è stata individuata la ferita, ora bisogna ripulire». Marchionne ha affrontato l’argomento a Ginevra, al termine dell’assemblea degli azionisti della società svizzera Sgs, di cui è presidente. Una lancia spezzata in favore di un ragionato ottimismo: «Sono uno dei pochissimi che cerca di leggere nella sfera di cristallo - ha detto, con un po’ di humour, Marchionne - e secondo me una gran parte dei problemi che hanno impattato sull’economia a livello globale si è già verificata. Il peggio della crisi è passato». Naturalmente molto hanno contato le importanti iniziative avviate per contrastare la recessione ed intervenire sulle banche «malate» da parte delle istituzioni internazionali e dei governi. Prima fra tutte l’azione di contrasto che ha portato al maxi-piano di aiuti deciso dal governo americano: «Nei giorni scorsi ho avuto l’opportunità di parlare con il dipartimento del Tesoro U.S.A. - ha spiegato l’Ad Fiat - e ho visto l’elevato impegno che a Washington perseguono nel trovare soluzioni realizzabili. In Europa, invece, mi preoccupa il protezionismo a livello nazionale, in particolare per le industrie e le politiche generali, che rallenta il processo di ripresa nel vecchio continente». Ma quando ci sarà il giro di boa? Quando si potrà dire con sicurezza che la risalita è incominciata? «Io credo - valuta Marchionne - che nella seconda metà di quest’anno si comincerà a vedere qualche segnale di inversione di tendenza negli U.S.A., poi in Asia e infine in Europa, che è più lenta e dove qualcosa di positivo si concretizzerà non prima di fine 2009». In questo outlook ci sono anche indicazioni sulla Fiat: «Per il 2009 - dice Marchionne - abbiamo annunciato un risultato di oltre un miliardo di operativo e da quello che vedo adesso posso confermarlo. Però, come ho già detto, il primo trimestre sarà strutturalmente debole, a gennaio i mercati sono scesi di più del 20%. Sono bravo, buono, lavoro, non spendo, ma in certi momenti è difficile». Quello a cui l’Ad Fiat si riferisce come base della conferma sul risultato 2009 è una prima stima delle vendite del gruppo a marzo: «Spero che le cifre di previsione siano in linea con quelle di fine mese - si augura il top manager del Lingotto - Fiat è migliorata anche in Europa, nei paesi che hanno creato una struttura di ecoincentivi». Insomma, mette in chiaro Marchionne: «Un miglioramento sostanziale per quota e volumi rispetto a questo febbraio, ma anche rispetto al marzo 2008. Come abbiamo sempre detto, questi incentivi avrebbero spronato la domanda e ora cominciamo a vedere i risultati». Intanto dalla sponda americana dell’Atlantico si attende una decisione per l’alleanza con Chrysler: «Il mercato è una scacchiera che si muove alla velocità della luce, è inutile essere ottimisti fino a quando non c’è un annuncio», avverte l’Ad Fiat e aggiunge: «Tutto quello che dovevamo fare riguardo alla proposta per Chrysler l’abbiamo fatto. Sono andato negli Usa due volte e ho parlato a lungo con i due commissari nominati per valutare le soluzioni nel settore auto: abbiamo spiegato in maniera piuttosto chiara quali sono i vantaggi per Chrysler. Adesso dipende da loro, io ho l’animo in pace». Tra i dossier aperti resta anche quello cinese. Alleanze? Marchionne non dice se, dopo il congelamento dei colloqui con Chery, il nuovo partner di Fiat nel grande paese asiatico sarà Guangzhou Automobile: «Abbiamo deciso in maniera intelligente di allungare un pò i tempi - si limita a spiegare - fino a quando la domanda non si stabilizza, non si può dir nulla sui progetti di Fiat in Cina. Parliamo con tutti, veramente con tutti».
(Fonte: www.lastampa.it - 25/3/2009)
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Accordo Fiat-Chrysler: approfondimenti sui futuri frutti dell’alleanza

Tuesday, March 24, 2009

Sei nuovi modelli per Chrysler nel giro dei prossimi anni: questo prevede il ruolino di marcia messo a punto con Fiat per arrivare al risanamento dell’azienda. Praticamente tutte le novità per gli americani si concentreranno nel basso di gamma, dove il gruppo di Auburn Hills è al giorno d’oggi completamente sguarnito. Nel caso in cui l’alleanza tra Fiat e Chrysler dovesse consolidarsi, molto probabilmente alcuni degli stabilimenti del gruppo statunitense si convertirebbero parzialmente alla produzione delle piccole italiane. I modelli destinati alle linee USA saranno essenzialmente tre: 500, MiTo e Milano. Queste auto prodotte in terra americana saranno distribuite oltreoceano dalla rete di vendita e assistenza Chrysler. Per quanto riguarda invece i nuovi prodotti che Chrysler svilupperà partendo dalle basi tecniche e dal know-how di Torino, emergono ulteriori novità. Automotive News, ad esempio, menziona la possibilità che Jeep partorisca una piccola offroad sulla base della Fiat Panda 4x4 e che la Grande Punto possa fornire il suo pianale per la creazione di una inedita segmento C da commercializzare con il marchio Chrysler. E per Fiat? Per Fiat sembra avvicinarsi la possibilità di sfruttare la tecnologia ENVI messa a punto dagli americani per le loro ibride ed elettriche. Ora rimane da vedere quali prodotti la sfrutteranno.
(Fonte: www.autoblog.it - 24/3/2009)
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Elkann: Fiat interessata al consolidamento tra i produttori auto

Monday, March 23, 2009

Il presidente di Exor e vicepresidente di Fiat, John Elkann, ribadisce che il gruppo non ha bisogno al momento di essere ricapitalizzato. "Al momento, come abbiamo sempre ribadito, Fiat non ha bisogno di un aumento di capitale", ha detto Elkann rispondendo a una domanda sull'atteggiamento della holding Exor in questa eventualità. Elkann ha partecipato oggi alla presentazione della scuola di alta formazione al management a cui partecipa, con altri partners, la Fondazione Agnelli. Sulle prospettive del settore dell'auto Elkann ha detto che "la crisi spinge il settore a un consolidamento e noi vogliamo partecipare a questo processo". A una domanda sulla possibilità, in questo quadro, di diluire la partecipazione del gruppo Agnelli, Elkann ha detto solo "lo abbiamo già detto". Il vicepresidente di Fiat ha anche ribadito la piena fiducia in Marchionne nel raggiungere i target fissati. Riferendosi all'AD Fiat, Elkann ha detto "lo sosteniamo, lo abbiamo sempre sostenuto, convinti che riuscirà a raggiungere gli obiettivi che ha fissato". Infine su Chrysler, il vicepresidente Fiat ha detto solo che l'apporto di Fiat (al rilancio della casa americana) "è considerato molto positivo".
(Fonte: http://it.reuters.com - 23/3/2009)
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Chrysler rettifica: Fiat non assumerà parte del suo debito

Friday, March 20, 2009

Fiat, in quanto azionista di Chrysler, non si assumerà alcuna responsabilità per il debito della casa automobilistica U.S.A. . Lo ha detto Chrysler in una nota aggiungendo che il gruppo italiano avrà gli stessi diritti e le stesse responsabilità di qualsiasi altro azionista di una società appena ristrutturata. Stamattina anche Fiat aveva precisato che l'ipotesi di alleanza con Chrysler non comporta per il gruppo torinese assunzione di debito della società U.S.A. . Ieri invece Chrysler aveva dichiarato che Fiat assumerà il 35% del debito che la casa automobilistica americana avrà nei confronti del governo di Washington.
(Fonte: http://it.reuters.com - 20/3/2009)
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Chrysler: Fiat si assumerà il 35% dei nostri debiti verso il Governo U.S.A.

Thursday, March 19, 2009

Chrysler ha reso noto che il gruppo Fiat si assumerà il 35% del debito che il gruppo americano avra' nei confronti del governo U.S.A. . La partnership con il gruppo del Lingotto, ha spiegato inoltre Chrysler, porterà ad un budget annuale per gli acquisti di 80 miliardi di dollari. Chrysler ha ribadito inoltre che "non un centesimo" dei soldi dei contribuenti americani andrà a Fiat attraverso il piano di salvataggio del settore auto e ha anticipato che i veicoli prodotti in partnership con il gruppo italiano saranno piu' efficienti dal punto di vista dei consumi energetici del 26% rispetto ai modelli che Chrysler metterà sul mercato nel 2010.
(Fonte: www.radiocor.ilsole24ore.com - 19/3/2009)
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Nardelli: Prestito sì, amministrazione controllata no

Wednesday, March 18, 2009

Per sopravvivere Chrysler ha bisogno dei 5 miliardi di dollari di prestito chiesti allo Stato, senza essere costretta a entrare in amministrazione controllata. No al Chapter 11. «Spero di sbagliarmi, ma non ho molta fiducia nel fatto che nelle condizioni attuali potremmo uscire dalla bancarotta», ha detto il numero uno di Chrysler, Robert Nardelli, bocciando l’ipotesi che gli aiuti di Stato possano essere subordinati alla sottoscrizione del Chapter 11, ovvero la normativa americana che regola l’amministrazione controllata. In una intervista al quotidiano USA The New York Times, Nardelli ha ricordato che, nel piano aggiornato di ristrutturazione presentato da Chrysler il 17 febbraio scorso al dipartimento del Tesoro, l’opzione aiuti di Stato unita all’amministrazione controllata costerebbe alle casse federali tra 20 e 25 miliardi di dollari. «Perché il governo dovrebbe voler spendere tra 20 e 25 miliardi, quando può spenderne 5?», si è domandato il numero uno di Chrysler, ribadendo piuttosto la necessità di avere il via libera al finanziamento di 5 miliardi di dollari oltre ai 4 miliardi che ha già ricevuto dalla Casa Bianca. La decisione della task force sul settore auto creata dall’amministrazione di Barack Obama arriverà tra due settimane. Il team, nel frattempo, sta studiando anche le richieste di General Motors, che per sopravvivere ha chiesto fino a 16,6 miliardi di dollari, oltre ai 13,4 miliardi già ricevuti. Con i nuovi fondi pubblici Chrysler, che ha siglato un’intesa di massima per un’alleanza con Fiat, ce la farà, ha sottolineato Nardelli nell’intervista, ammettendo che «in tutta onestà, stiamo sopravvivendo giorno per giorno». Avanti comunque. La società «può andare avanti da sola, ma con Fiat le possibilità aumentano notevolmente», ha detto Nardelli, ribadendo quanto già scritto l’altro ieri in una lettera ai dipendenti di Chrysler. La casa torinese, ha aggiunto il numero uno della casa automobilistica di Detroit, «ha quello che manca a noi ed è presente dove noi non ci siamo».
(Fonte: www.nytimes.com - 17/3/2009)
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Michelin Active Wheel System to hit roads in 2010



Michelin has announced that it will partner to bring an affordable electric car powered by its Active Wheel System to the roads in 2010. Featuring two electric motors housed within the wheel, one for traction and braking and the other for electric active suspension control, the system has revolutionary potential - no more engine under the hood, no more traditional suspension system, and no more gearbox or transmission as all the essential components have been integrated into the wheel itself.

The Future of Car Design

First showcased at the Bibendum Challenge in 2004 in a fuel cell powered electric concept vehicle called Hy-Light, the Active Wheel System could outperform Ferrari and Porsche in a straight line when it comes to braking. While a typical high performance supercar takes about six seconds to come to a complete halt from 100km/h, the Michelin concept does it in a mere 2.8 seconds at up to 1G.

Michelin have been developing the Active Wheel system for over 12 years in conjunction with Swiss based Paul Scherrer Institute (PSI) and has now unveiled the Opel Agila based Heuliez WILL - the first production electric car with Active Wheel drive system. The WILL results from a partnership between Michelin and coachbuilder Heuliez and although it may represent the next generation in transportation technology, its designers and builders want to convey a comfortable familiarity with the empty storage space in both the front and rear trunks being the first hints that something unusual is afoot.

Wheel Motor technology should trigger a paradigm change in car design. Without engines, transmissions and ancillary systems, smaller cars can carry more people and cargo. Impact absorbing collapse zones in both front and rear offer potential safety improvements and advanced active safety features such as anti-lock brakes and stability control can be taken to new levels with direct computer control of each wheel motor. For example, electric active suspension can react in 0.0003/sec and control ride height, pitch under braking and roll during cornering replacing passive anti-roll bars.






Technical Specs

Each Michelin in-wheel motor weighs 42 kilogram (95 pound) and includes a 30 Kilowatt water-cooled drive motor of a similar size to a conventional starter motor. The motor has a spur gear that drives a rind gear on the hub. A second electric motor operates the active suspension via a gear rack and pinion that effectively replaces the normal hydraulic shock absorber (no news on if they are used as regenerative shocks). There is also a coil spring to hold the static load of the car and a small outer rotor disc brake. The wheel motor is attached to the vehicle chassis by a single lower control arm suspension arrangement.

With the smallest of the battery packs on board, the prototype Heuliez WILL weighs in at 900 kg, 75 kg less than the internal combustion engine powered Opel Agila.

While the earlier Hy-Light prototype had four wheel motors and could be switched between two wheel drive and four wheel drive the Heuliez WILL comes with only two wheel drive. Together, the two front wheel motors deliver a combined 60 Kw (81 horsepower), which can peak up to 120 Kw (163 hp) for short sprints. The car should do 0-100 km (0 - 62 mph) in 10 seconds and will have a max speed of 140 km/h (87 mph).

Three versions will be available in 2010 with three different sizes of Lithium-Ion battery module configurations, offering ranges of 150, 300 and 400 km (93, 186 and 248 miles). Drivers will have the option of changing from one module size to another in the same vehicle depending on their needs. Just like hybrids, the Active Wheels recover energy during braking to extend vehicle range. The in-wheel motors are reported to be 90% efficient, compared to about 15% efficiency for a conventional vehicle in city driving.

Test versions of the WILL are on the road now with production scheduled to start in 2010 with a first year output target of several thousand vehicles. The target price of 20 to 25,000 euros (USD$27 – 34,000) puts the Will in the affordable electric vehicle class, along with the much anticipated Chevy Volt. If you are willing to wait a bit longer, and spend a bit more, look for Active Wheels on the Venturi Volage in 2012.


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Foiljet MR1 hydrofoil: the motocross bike for water

Tuesday, March 17, 2009

The Foiljet MR1 is a new personal watercraft concept that takes the best features of a motocross bike and jetski, throws in two hydrofoils plus a silent, energy efficient electric motor to create what would have to be a surefire recipe for outrageous fun. The design looks something like a motocross bike, but instead of wheels there are beams with small hydrofoil wings mounted at the ends that can be raised or lowered. The concept would use a 15 kW (20 hp) electric motor housed at the end of the rear beam with its instant electric torque lifting the craft out of the water to become "foil borne".

To cope with shallow water the beams can be raised at the flick of a switch. The electric motor runs off a 48V battery that should see three hours of full load running with the possibility of a theoretical 10 min recharge time.

While still at the purely concept stage Matt De Bellefeuille & Robert Vandenham have come up with an original design that most definitely deserves to reach the prototype stage.

The designers have selected a T-shaped fully submerged foil system which, while not affected by surface waves is not self stabilizing, so it needs constant adjustment of the angle of attack of the front foil to keep the craft level with the surface. Front foil angle adjustment on the Foiljet MR1 is made manually by what would conventionally be the clutch lever on a motorcycle. In larger applications this sea-keeping function is automated with a computer system that measure either surface height or pitch and roll to make constant fine adjustments to the front foil.

Hydrofoils produce relatively no wake and electric propulsion is near silent, so if the Foiljet MR1 makes it into production it may allow current laws against jetski’s on inland water ways to be relaxed around residential areas.

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Les Echos: "PSA poco incline a sacrificare la sua indipendenza per Fiat"


PSA è «poco incline a sacrificare la sua indipendenza per un matrimonio con Fiat»: lo scrive Les Echos. La famiglia Peugeot non appoggerebbe una fusione, scrive il quotidiano economico francese, citando fonti vicine all'amministratore delegato del gruppo d'Oltralpe. «Se il gruppo PSA non è ostile al rafforzamento di certe alleanze – afferma Les Echos – l'ipotesi di una fusione con Fiat Auto, accarezzata da alcuni banchieri d'affari, appare molto meno probabile. La famiglia Peugeot non intende lasciarsi diluire». Secondo il quotidiano, l'ipotesi di fusione, lanciata venerdì scorso dal Sole 24 Ore, evocando un progetto maturato alla banca d'affari Mediobanca con il nome di codice "Eiffel", «ha lasciato di marmo i due gruppi interessati». Un'ipotesi del genere era già circolata negli anni 1993 e 1994, senza materializzarsi. La crisi attuale – aggiunge l'articolo di Denis Fainsilber, spinge tutti i gruppi automobilistici a rivedere le loro strategie e «un eventuale rafforzamento del partenariato tra PSA e Fiat non è da escludere». Nessuna conferma è venuta, d'altra parte, dalla Fiat, che ha dichiarato che non sottoporrà all'esame del cda nessuna operazione di fusione con altre imprese del settore automobilistico. Cosa che non impedisce di esaminare «ogni opportunità di accordo di diverse forme per ottenere sinergie produttive e l'accesso a nuovi mercati». Il gruppo italiano, sottolinea Les Echos, «non dispone a breve termine di un sostegno statale equivalente a quello dei gruppi francesi, cosa che lo rende più nervoso sulle prossime scadenze di tesoreria». Il discorso, continua il quotidiano, è «molto più tiepido» da parte francese. Il gruppo PSA va ripetendo da settimane che l'impegno più urgente è la gestione della crisi, riferisce Les Echos. Le riflessioni degli azionisti – aggiunge - riguardano più il rafforzamento dei partenariati che le alleanze. «Lo scenario di una fusione franco-italiana non è giudicato credibile» per varie ragioni. Innanzitutto, la famiglia Peugeot, che detiene il 30% del capitale e il 45% dei diritti di voto, non la chiede. «Non la vedo accettare di perdere il controllo del gruppo. Intende attraversare questa crisi come ne ha attraversate altre, pensando che ci saranno vittime e quote di mercato da conquistare», scrive il quotidiano, facendo riferimento a quanto si dice nell'entourage di Christian Streiff, presidente del direttorio di PSA. Un matrimonio, nel contesto attuale, avrebbe conseguenze sull'occupazione, visto che ci sono numerosi doppioni tra i due gruppi, spiega Les Echos. Contrariamente all'alleanza Fiat-Chrysler, una fusione Fiat-PSA sarebbe molto più orientata sulla riduzione dei costi che sulla crescita, afferma un consulente automobilistico, aggiungendo però che l'industria automobilistica ha bisogno di qualcosa così. PSA ha appena avuto oltre 3 miliardi di prestiti da parte del governo francese, in cambio della promessa di non chiudere fabbriche: i poteri pubblici difficilmente darebbero il loro benestare a uno scenario che comporta perdite di posti di lavoro. Infine, prima di prendere in considerazione altre concentrazioni, «ognuno attende di conoscere le sorti di Opel, che "pesa" ancora per il 7% del mercato europeo». Un altro titolo su Les Echos, «Due famiglie di fronte alla tempesta», spiega che alla PSA, come alla Fiat, le famiglie dei discendenti dei fondatori «hanno sempre il potere». Anche se le funzioni operative sono lasciate ai manager, per ogni eventuale alleanza capitalistica sono gli azionisti a decidere. Le due famiglie, scrive ancora il quotidiano, hanno relazioni reciproche da parecchi lustri, ma l'idea di unire la totalità dei loro attivi «e quindi, per una delle due famiglie, di perdere il controllo» non è mai stata ufficialmente messa in piazza. Les Echos fa un parallelo tra il «capitalismo di eredi» delle due famiglie, ricorda che John Elkann è stato spinto sulla scena prematuramente con la morte del nonno Giovanni Agnelli nel 2003 e del pro-zio Umberto nel 2004, sottolinea che Sergio Marchionne ha dato alla Fiat nuovo slancio e che ha la fiducia della famiglia Agnelli. Ma secondo Les Echos c'è una differenza: come dimostrano il «matrimonio fallito» con General Motors e la prossima alleanza con Chrysler, Fiat «è più desiderosa di PSA di convolare a nozze con i suoi pari».
(Fonte: www.lesechos.fr - 16/3/2009)
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Worlds most powerful Hybrid - Is Nissan working on a Hybrid GTR?

Monday, March 16, 2009

To celebrate 20 years as a brand Infiniti has produced a stunning concept car for the 2009 International Motor Show in Geneva. The Infiniti Essence is the world’s most powerful Hybrid car with a total of 600 horsepower combined output from its V6 twin turbo and electric motor. The luxury sports car hybrid offers enormous power on the open road and zero emission driving in urban settings.

In specification the car looks very much like a hybrid version of Nissan’s GT-R. (Infiniti is a Nissan owned brand) With a 3.7 liter V6 DOHC Twin Turbo VQ based engine (VQ37DETT) putting out 434 hp (320 Kw) in a rear wheel drive FM (Front Midship) platform currently used in modified form in both the Nissan GT-R, 350Z and Infiniti V36. An additional 158 hp (116 Kw) and 500 Nm comes from the twin clutch mounted Disc type electric motor giving a total of 592 hp (435 Kw). No combined torque figure was released by Infiniti but it should be in the region of 1088 Nm (802 Ft/lb)

Strictly a two seater, the front-engined rear wheel drive super-luxury coupe is Infiniti’s first super-performance car with design cues that Infiniti says will distinguish its production cars of the coming years. The Essence is a real styling exercise featuring razor sharp lines, side windows that appear to be resting on a ledge and a steeply raked windscreen that combines as a sun roof and extends all the way to the B pillar while the car rides on 22-inch wheels. The Essence also comes complete with Bespoke Louis Vuitton luggage.

The petrol engine and electric engine can work independently or together as a “parallel” hybrid system. At urban speeds the Essence operates as a pure battery electric vehicle. A lower trunk mounted laminated lithium ion battery supplies power to a new type of electric motor called the 3D Motor. The motor is a BLDC design that maximizes torque density to meet tough requirements on size and power output. The result is a particularly slim, disk-shaped motor that has twice the torque of a conventional unit. Its design was achieved by 3D magnetic field analysis to optimize the layout of the electromagnetic coils and permanent magnets. The motor is positioned between the engine and transmission and provides 158bhp (116 Kw). The 3D Motor operates in both propulsion and power regeneration modes to recapture braking energy to keep the battery pack charged up.

600 hp + 30 MPG

Optimized energy usage across the widest possible range of driving conditions is guaranteed by two separate clutches which “switch in” the motors as required. It is a system that needs no torque converter and the result is a 600 hp sports car with combined fuel economy of 8 liters / 100 km (30 US MPG).

The Essence also previews some next-generation collision avoidance safety features. Distance Control Assist (DCA) and Lane Departure Prevention (LDP) systems are available in today’s production Infinitis but the Essence adds Side Collision Prevention (SCP) and Back-up Collision Prevention (BCP) to extend the anti-collision shield all the way around the car.

With SCP, when the driver decides to change lanes, side-mounted sensors activate a warning if an approaching vehicle is detected in the driver’s intended lane. A yaw mechanism is then activated through brake control of individual wheels to help prevent a potential collision. Back-up Collision Prevention works in a similar way, sensing a vehicle behind, giving the driver a warning but then, if the warning is not heeded, activating the brakes automatically.

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Nardelli: "E' di 8-10 miliardi di dollari il contributo cash di Fiat a Chrysler"


Chrysler stima che il valore cash del contributo di Fiat all'alleanza proposta fra le due case automobilistiche sarà compreso fra 8 e 10 miliardi di dollari. La previsione è del CEO Robert Nardelli, il quale accenna anche al fatto che l'intesa con il Lingotto aiuterà Chrysler a mantenere 5.000 posti di lavoro nel settore manifatturiero americano. Nardelli ha sottolineato di aver avuto negoziati "molto costruttivi" con la task force dedicata al settore auto e ha aggiunto di aver detto ai funzionari governativi che il gruppo di Detroit "è un business che sta in piedi su basi stand alone", senza bisogno di un partner. Il numero uno di Chrysler ha ribadito che la chiusura del deal con Fiat è subordinata alla soddisfazione delle richieste a cui il governo USA vincola il suo finanziamento.
(Fonte: http://it.reuters.com - 16/3/2009)
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Robotic Electric Motorcycle concept capable of MotoGP speeds

Sunday, March 15, 2009

We're familiar with the soccer playing exploits of intelligent machines in Robocup and have been treated to a taste of what autonomous robotic systems are capable of in events like the DARPA Urban Challenge, but could a rider-less motorcycle robot compete with the speed demons of MotoGP? That's the vision of Japanese computer graphics designer Yutaka Igarashi who has conceived a new robotically controlled motorcycle design aimed at beating the lap time of a MotoGP bike around a circuit.

Powered by an electric motor, the concept is controlled by swinging a boom (which replaces the rider) through hydraulic actuators. The design is still at concept stage, so no power output or battery details have been specified.

With robots now used for everything from automobile manufacture to robotically assisted heart surgery, a robot motorcycle could no doubt be very accurate at high speed. It may even be possible to replicate a fast lap using telemetry recorded from a human rider but we do have our doubts about whether the talents of a MotoGP riders can be successfully be digitized into G code to allow a Computer Numeric Controlled (CNC) machine to outperform them.

We have previously seen a robotic motorcycle called Ghostrider which has contested the DARPA Grand Challenge, but has never finished the course.

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TH!NK FROST: AWD, all-wheel-steer electric sports car concept

Saturday, March 14, 2009

While World Rally Championship cars travel at incredible speed on ice covered roads using studded tires, something with more surface area is needed for an Artic Off-Road vehicle. Taking cues off four track snowmobiles Norwegian designer Anders Gloslie designed the FROST as a concept proposal for TH!NK, an electric car company based in Norway.

The layout of the FROST is a 2-seat sports car platform based on a tubular space frame chassis with double wishbone suspension front and rear teamed with push-rod actuated in-board coil over shock and spring units. The suspension features hydraulic wheel extenders to increase the track when required. The exterior styling was inspired by Arctic conditions and features numerous ‘cracks’, which house the lighting systems.

The electric drivetrain of the concept features All Wheel Drive (AWD), all-wheel-steering and includes radical tracks instead of conventional wheels that should offer superior traction when driving on snow, ice and slush. The fans at the back of the vehicle control air flow into the cockpit and adjust the temperature of the electric motors and battery packs. An “information hose” takes measurements of the weather and temperature at the rear of the vehicle and relays the information to screens inside and outside the vehicle.

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Spain sets new wind power record supplying 40% of total demand


Wind Turbines in the north west of Spain set a new record for power generation on March 5th as gales blew across the country, with more than 40% of the country's energy needs being generated by wind turbines.

The new record stands at a peak of 11,180 megawatts (11.18 GW) of electricity supply beating the previous record of 10,032 megawatts. The percentage of demand supplied depends on time of day as demand rises and falls throughout the day.

Spain is the third largest producer of Wind Power in the world, behind the US and Germany, with 16,740 megawatts wind capacity installed at the end of 2008. At the moment of peak production, the country's turbines were working at 69% of their maximum theoretical potential. Wind energy alone has covered 11.5% of demand so far this year, with production up by a third on last year.

When Atlantic storms generate strong gusts wind turbines supply more than either Nuclear power, the second largest contributor, with 6,797 megawatts, or coal-fired electric generation, the third largest, at 5,081 MW. Spain has plans to install a total of over 21GW of wind generation capacity by 2010 to help meet their target of 30% of annual demand for electricity from renewable sources by next year.


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Fiat: ecco il «piano Eiffel» per l'alleanza con PSA

Friday, March 13, 2009

Il Lingotto stringe sulle alleanze: messa a punto con Parigi e Mediobanca un'ipotesi di fusione che si confronterà con le altre soluzioni. Più volte la voce di un accordo Fiat-Peugeot ha scosso i mercati. E altrettante volte Torino e Parigi hanno fatto circolare cortesi smentite. Lo stesso amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, quando affronta il tema alleanze si trincera dietro una frase che lascia aperta una miriade di opzioni: «Tutti parlano con tutti». D'altra parte, la situazione generale certo non facilita la definizione di un progetto chiaro di aggregazione. La volatilità delle Borse, la scarsa e incerta visibilità sul futuro imminente del mercato auto e la difficoltà nel trovare strumenti concreti di valutazione che rendano meno vincolante il parere del mercato, ha imposto una generale prudenza. Ora, però, Fiat ha messo almeno due punti fermi. Ha ottenuto gli incentivi per l'auto e sta procedendo a passi spediti verso l'accordo con Chrysler che la riporterà in America. Un contesto, questo, che ha permesso a Marchionne di riprendere nuovamente in mano il dossier degli accordi strategici in Europa. E così, con il supporto-chiave di Mediobanca, si è riaperto il dossier «Eiffel», come viene chiamato scherzosamente in ambienti finanziari francesi. Secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, infatti, un piano di fusione con PSA sarebbe già stato abbozzato con l'assistenza di Mediobanca e di un consulente strategico e Marchionne starebbe valutando se e quando presentarlo in consiglio. Con il gruppo francese, del resto, Fiat ha in piedi un accordo nel settore dei veicoli commerciali che dura da diversi anni e i cui frutti sono tangibili sia in termini di sinergie sia di quote di mercato. Ma su quali basi si potrebbe sviluppare la nuova intesa? Il progetto sul quale si starebbe lavorando, secondo quanto riferito da alcuni fonti finanziarie, partirebbe dal presupposto di mantenere inalterata la struttura produttiva in Italia in modo da salvaguardare l'occupazione in questo momento difficile per l'industria. I francesi sopporterebbero il costo occupazionale della fusione, ma prenderebbero in cambio il quartier generale: la sede del colosso risultante dall'operazione sarebbe infatti a Parigi, con Marchionne però alla guida operativa del nuovo gruppo. Sui termini finanziari, invece, c'è ancora il top secret. Non a caso nessuna comunicazione è stata portata nel consiglio di amministrazione Fiat. L'ipotesi più probabile, tuttavia, è che vi sia un'integrazione tra l'attività auto di Fiat e quella di PSA. Sul come ciò possa avvenire, il mercato si è esercitato in più occasioni diffondendo analisi dettagliate. Una di queste portava la firma di UBS, banca svizzera di cui Marchionne è vice presidente non esecutivo. Nel dettaglio, lo studio prevedeva che il Lingotto scambiasse il business dell'auto, che rappresenta un 45% circa del fatturato di gruppo, con una quota consistente nella nuova realtà. Secondo alcune stime, allo stato Fiat Auto, controllata al 100% da Torino, può valere tra i 2,5 e i 3 miliardi contro i 3,47 miliardi della capitalizzazione di Psa ai prezzi di ieri. PSA è a sua volta controllata con il 30,22% dalla famiglia Peugeot che vanta però il 45% dei diritti di voto, il che impedisce che si possa realizzare qualsiasi manovra ostile nei confronti della società francese. A questi prezzi, è dunque ipotizzabile che Fiat diventi azionista con una quota compresa tra il 41 e il 45% circa di una realtà che oggi può essere valutata tra i 6 e i 6,5 miliardi e partecipata dalla famiglia Peugeot con un pacchetto variabile tra il 16,2% e il 17,8%. Da superare, ovviamente lo scoglio dei diritti di voto. La famiglia Peugeot potrebbe cercare di spuntare una gestione equilibrata del nuovo gruppo auto. Lo schema finanziario, in ogni caso, è legato a doppio filo con la valutazione che verrà fatta degli asset che in ultimo si deciderà di far confluire nell'accordo. Come sottolineava a suo tempo UBS, questo progetto avrebbe diversi pregi sul piano industriale, compreso quello di dare a PSA la possibilità di entrare nei segmenti di alto livello grazie ai marchi Alfa Romeo e Lancia. Anche sul fronte dei motori non vi sarebbero sovrapposizioni particolari, piuttosto in alcuni casi anche complementarietà. Non a caso qualche tempo fa il presidente di PSA Christian Streiff ha dichiarato che «ci sono discorsi positivi su nuovi motori e altri progetti con i nostri partner».
(Fonte: www.motori24.ilsole24ore.com - 13/3/2009)
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Winterkorn: "Alleanza Fiat-Chrysler? L'unione non fa la forza"

Thursday, March 12, 2009

Così Martin Winterkorn, numero uno di Volkswagen, commenta la joint venture Torino-Detroit. Per la casa tedesca il 2008 è stato positivo, ma la crisi del settore ha iniziato a farsi sentire e il 2009 sarà «difficile». «Fiat e Chrysler si sono messe insieme perché ciascuna delle due non va tanto bene. Ma il mettersi insieme non basta per migliorare i conti». La battuta di Martin Winterkorn, numero uno della Volkswagen, viene dall'esperienza del gruppo tedesco nell'integrazione di tutte le sue marche: «Noi ci abbiamo messo vent'anni - spiega - per far funzionare tutte le sinergie possibili». Il manager tedesco resta scettico sulle previsioni di Sergio Marchionne secondo cui nel settore resteranno solo sei grandi gruppi, di cui due al massimo in Europa: «Quello che vedo al momento attuale - dice - è un grosso consolidamento in Cina, e credo che i cinesi faranno parte dei sopravvissuti alla fine della crisi. Ma ci sarà sicuramente più di un gruppo europeo». Per quanto riguarda i possibili aiuti alla concorrente Opel, Winterkorn ha ribadito che lo Stato non dovrebbe aiutare aziende che non hanno possibilità di sopravvivere nel lungo periodo. Volkswagen ha presentato ieri conti da primato per il 2008: 6,3 milioni di vetture vendute (+1,3%), fatturato in crescita del 4,5% a 113,8 miliardi di euro, utile operativo di 6,3 miliardi (+3%) nonostante il crollo dei mercati nella seconda parte dell'anno. Sulla base di questi risultati il board proporrà ai soci un aumento del dividendo - caso unico nel settore in questi tempi di crisi - nonostante le previsioni per il 2009 siano per un calo dei profitti e per un possibile primo trimestre in rosso. Ai dubbi su questa decisione, il direttore finanziario Hans Dieter Pötsch ha risposto che il payout sugli utili dell'azienda è relativamente basso e che in ogni caso anche i dipendenti della Volkswagen hanno ottenuto un aumento del bonus annuale a 4.100 euro a testa. Ha inoltre ricordato che con i suoi 8 miliardi di liquidità netta a fine 2008, Volkswagen è meglio attrezzata delle concorrenti per affrontare la crisi. Anche il colosso di Wolfsburg, tuttavia, dovrà sottoporsi a una cura dimagrante: 2 miliardi di investimenti in meno e un obiettivo di ridurre i costi di un miliardo, pur senza chiusure di impianti. Non sono previsti licenziamenti, ma l'azienda ha già annunciato che non rinnoverà i contratti a termine a 16mila persone. Gli obiettivi di lungo periodo (2018) restano invariati: Volkswagen, ha detto Winterkorn, intende diventare il numero uno mondiale dell'auto.
(Fonte: www.motori24.ilsole24ore.com - 12/3/2009)
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WSJ: La ripresa della Chrysler legata alle marche straniere

Wednesday, March 11, 2009

Il futuro di Chrysler? E' nelle mani della Fiat, della Nissan e della Lotus. Il piano di rilancio presentato al Tesoro dalla casa automobilistica prevede il lancio di 24 modelli nei prossimi 48 mesi, e di questi quasi tutti sono sviluppati dalle marche citate. Lo riporta il Wall Street Journal, ma senza nascondere un po' di preoccupazione perché l'autorevole giornale U.S.A. ricorda come diversi dei precedenti tentativi di introdurre sul mercato statunitense vetture con design straniero si sono rivelati un flop. Negli anni '80 Ford aveva infatti importato la sport car tedesca Mercury Merkur senza successo, e lo stesso era accaduto con l'importazione della Ford Contour e della Mercury Mystique. Due dei modelli Chrysler con vendite più basse, la Sebring e il Dodge Avenger, sono sviluppati da Mitsubishi in Giappone. "Se da un lato molti osservatori ritengono che la partnership con Fiat abbia senso, alcuni hanno dei dubbi sul fatto che la partnership possa formarsi così rapidamente da far sì che la Chrysler sopravviva alla crisi", spiega il Wall Street Journal, evidenziando come "anche se tutto dovesse svolgersi nei tempi previsti, molti dei modelli Chrysler basati su piattaforma Fiat non saranno pronti per la vendita prima del 2011. "Passerà un'eternità - afferma Michael Robinet, vice presidente di CSM WorldWide - fino a quando veicoli basati su modelli Fiat usciranno dagli impianti nordamericani di Chrysler".
(Fonte: http://online.wsj.com - 9/3/2009)
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Jim Press: "L’accordo con Fiat ci rafforzerà in Europa e America Latina"

Tuesday, March 10, 2009

«La due diligence con Torino è in corso e non posso confermare o smentire se Chrysler potrà utilizzare i vari impianti di Fiat, anche in Italia. Dico solo che il piano presentato alle autorità prevede possibili sinergie a livello di piattaforme, distribuzione e - come parte fondamentale per la generazione dei profitti - nel campo dei componenti e degli acquisti». Jim Press, il manager che anni fa creò il fenomeno Toyota negli U.S.A. e ora, in qualità di presidente di Chrysler, spera negli aiuti di Washington per rilanciare il gruppo e far decollare l’accordo con Fiat, è ottimista. «Grazie agli italiani - afferma Press - entreremo nel segmento delle auto compatte, accederemo alle tecnologie “verdi” di Torino, come quelle sul gas e l’etanolo e, così, potremo crescere in Europa. Ma Fiat ci servirà soprattutto per aumentare il nostro peso in America latina dove ora contiamo solo per lo 0,7%». È già possibile azzardare similitudini tra i marchi: Dodge-Alfa Romeo (sportività), Chrysler-Lancia (offerta al top), Jeep-Fiat (gamma allargata ai Suv anche di taglia ridotta). «La nostra ambizione - aggiunge Press - è coprire tutti i segmenti. Quello low cost? È ancora da vedere». Il presidente di Chrysler liquida con un sorriso la domanda sulla nuova società con Fiat: si chiamerà FiatChrysler? Oppure, memori delle sfortunate nozze con Daimler (da cui DaimlerChrysler) ad Auburn Hills chiederanno una soluzione diversa? Se l’accordo andrà in porto (tutto è legato ai nuovi aiuti in corso di valutazione a Washington), gli americani non si opporrebbero a possibili allargamenti dell’intesa: «Essere aperti alle opportunità - precisa Press - fa parte del nostro approccio strategico. Per quanto ci riguarda abbiamo accordi in essere con Nissan nel settore delle vetture compatte, con Volkswagen da cui attingiamo motori diesel. Cooperiamo anche con Hyundai e Mitsubishi». Tra una risposta e l’altra il presidente di Chrysler ricorda che «entro il 31 marzo la Casa Bianca farà sapere se ci concederà i nuovi finanziamenti, ovviamente propedeutici all’accordo con Fiat». Per far irritare Press basta pronunciare la parola «Chapter 11»: «Sarebbe un disastro - avverte - e subito andrebbero persi 300.000 posti. Una iattura anche per i nostri 3.300 concessionari. Questa ipotesi comporterebbe un danno sociale enorme: 140.000 occupati in meno solo considerando tutto il nostro business». «Insieme a Fiat - conclude - vogliamo diventare il sesto produttore mondiale e contribuire alla lotta all’inquinamento».
(Fonte: www.ilgiornale.it - 10/3/2009)
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Faz: "Opel con Fiat per sopravvivere"

Monday, March 9, 2009

Un'alleanza con la Fiat per sopravvivere alla crisi. Questa la scelta strategica suggerita alla Opel dal tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il prestigioso quotidiano conservatore individua nella casa torinese il partner ideale. "Anche se Fiat e Opel vanno dal 2005 ciascuna per proprio conto - scrive la Faz - poche aziende automobilistiche si conoscono così bene". Ulteriore motivo a sostegno della convergenza sarebbe la considerazione che due modelli come Grande Punto e Corsa vengono costruite sulla stessa piattaforma, con Opel che utilizza i motori diesel sviluppati dal Lingotto.
(Fonte: www.faz.net - 7/3/2009)
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Marchionne: "In Europa aiuti all'auto a tutti o a nessuno"

Friday, March 6, 2009

Gli incentivi sono «una misura strutturalmente necessaria per rinnovare il parco circolante. Spero che rimangano istituzionalmente nel sistema». Lo ha detto l'ad della Fiat, Sergio Marchionne al Salone di Ginevra. Sull'andamento di mercato del gruppo Fiat, il manager ha affermato: «Gli ordini stanno aumentando. Il prodotto nostro è azzeccato e ideale per questo mercato. 500, Panda e Punto sono macchine ottime». Sugli aiuti dallo Stato, Marchionne ha detto: «Riconosco totalmente l'impegno del governo Berlusconi nel settore dell'auto e lo ringrazio perché credo che abbiano fatto un grandissimo lavoro e che Un impegno simile non si possa ignorare». Tuttavia, «quando i due maggiori produttori francesi ricevono 6 miliardi di finanzaimenti dal governo a tassi di interesse non ottenibili dal mercato, la Fiat in queste condizioni è messa con le spalle al muro», ha precisato Marchionne. «Capisco benissimo l'impegno del governo francese ma noi continuiamo a guardare quale sarà l'impatto finale alla struttura finanziaria del gruppo e sulla sua capacità di competere. Non possiamo - ha aggiunto l'ad di Fiat - fare a botte con le mani legate dietro la schiena. Gli aiuti devono andare o a tutti o a nessuno». Riferimento evidente alla decisione della commissione U.E. di definire «non competitivi» gli aiuti destinati al settore dell'auto dal governo francese. Marchionne ha spiegato: «Ci stiamo mettendo in un campo di dislivelli totali. C'è la tranquillità di uno che può avere 3 miliardi di aiuti per quanto riguarda la gestione di questa crisi e c'è la Fiat che sta facendo tutto da sola partendo da una crisi strutturale nostra del 2004 molto profonda». Ergo, «non sono qui a dire al governo Berlusconi cosa deve o non deve fare ma deve riconoscere che questo è un problema che si è creato nei mercati e che deve essere risolto, non può essere lasciato così. Capisco bene l'impegno dei francesi. Ma ora comincia anche la Germania, poi l'Inghilterra si sta muovendo per aiutare Jaguar e Land Rover. Adesso basta. Come produttori di auto non possiamo ignorare tutto questo. Spero che ci lascino tutti a piedi, tutti da soli per competere». Il manager italo-canadese ha concluso: «Dobbiamo cercare di creare un futuro per questa industria andando avanti. Mettere i cerotti ad un problema che è diventato così strutturale, così fondamentale non risolve assolutamente niente. Invito i miei colleghi e gli altri amministratori delegati a riconoscere il problema e a sedersi attorno a un tavolo per risolverli». Marchionne ha chiesto poi a Moody's maggior coerenza, replicando a distanza alla società di rating, che nei giorni scorsi ha abbassato la valutazione del merito di credito del gruppo torinese e in un report ha poi sostenuto che il cash di Fiat a fine 2008 (pari a 3,9 miliardi di euro) non è sufficiente al fabbisogno dei 12 mesi. «Sono disposto a fargli vedere un po' di numeri. Sono opinioni loro. È la stessa agenzia che si è rifiutata di riconoscere il risanamento della Fiat e le è bastato che il mercato girasse per cambiare opinione. Bisogna avere una certa coerenza, una certa calma». Il vero problema - ha detto ancora il manager - «è quanto durerà la crisi. La cosa importante da capire è che Fiat nell'anno non perderà soldi. Fiat è probabilmente una delle società più capitalizzate e senza debiti a fine 2008».
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 3/3/2009)
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Marchionne al Tesoro U.S.A.: "Possiamo risollevare le sorti di Chrysler e aiutarla a ripagare i prestiti del Governo"

Thursday, March 5, 2009

L'accordo con Fiat potrebbe permettere a Chrysler di risollevarsi dalla crisi e anche aiutarla a ripagare i prestiti ricevuti dal governo degli Stati Uniti. E' quanto ha detto l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne, dopo un incontro durato due ore con i membri della commissione del dipartimento del Tesoro U.S.A., che sta esaminando i problemi del settore dell'auto in U.S.A. . "Possiamo apportare valore aggiunto. - ha detto Marchionne ai giornalisti dopo la riunione - Questa è la vera questione ed è un fattore necessario per la ripresa di Chrysler". La commissione del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti "ha voluto sapere come si manifesterà l'alleanza industriale (tra Chrysler e la Fiat)", ha detto Marchionne. L'amministratore delegato della Fiat si è incontrato in particolare con i consulenti del segretario al Tesoro Timothy Geithner, ovvero Steve Rattner e Ron Bloom, e con altri funzionari del governo di Obama. "Ritengo che siano stati critici in modo intelligente su tutte le questioni rilevanti, e giustamente. - ha detto Marchionne - Riconoscono la portata del problema e c'è una determinazione assoluta a trovare una soluzione" riguardo alle difficoltà che il comparto auto attraversa. Il numero uno della Fiat ha aggiunto comunque che il governo di Obama si è mostrato ricettivo nei confronti della proposta di un'alleanza tra Fiat e Chrysler.
(Fonte: www.apcom.net - 5/3/2009)
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Jim Press: "Con Fiat alleanza davvero perfetta"

Wednesday, March 4, 2009

Quella con Fiat sarebbe un'allenza "davvero perfetta". Ne è convinto il vicepresidente di Chrysler, Jim Press, che si è espresso così nell'ambito del Salone Internazionale dell'Automobile di Ginevra. "Fiat - ha spiegato - ha una linea di prodotti molto forte, una grande tecnologia a livello di emissioni di CO2, un'intera gamma nel segmento A, B e C e una forte distribuzione in Europa. "D'altra parte - ha proseguito - Chrysler ha una forte presenza in Nord America e vuole rafforzare la sua posizione a livello mondiale". Press non ha voluto esprimersi sui tempi per la formalizzazione della lettera d'intenti con Fiat. Prima, ha spiegato, devono arrivare a Chrysler i 5 miliardi di dollari di finanziamento nell'ambito degli stanziamenti fissati dal governo U.S.A. a sostegno delle case automobilistiche nazionali. Press non ha aggiunto nuove informazioni su quali, quanti saranno e dove verranno prodotti i modelli in comune: "Siamo in due diligence, non possiamo dire nulla". Quanto, infine, all'eventualità che la teorica alleanza con Fiat non dovesse andare in porto, Press ha detto che ci saranno altre opportunità, ma "ora c'è solo Fiat".
(Fonte: http://notizie.virgilio.it - 3/3/2009)
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Marchionne: "Fiducia nell'intesa con Chrysler"

Tuesday, March 3, 2009

Era particolarmente attesa la presenza, al Salone di Ginevra, dell'amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, soprattutto per avere qualche novità sull'accordo con Chrysler. "Abbiamo totale fiducia su questa intesa - ha spiegato Marchionne - e domani sera andrò in America per riprendere il dialogo con le autorità U.S.A. e vedere a che punto siamo. Non c'è nessuna necessità di prorogare la data del 31 marzo per la scadenza del prestito da 5 miliardi di dollari chiesti da Chrysler a Washington. Dipende da quale soluzione troveranno loro per andare avanti. Noi saremo lì a spiegare la posizione di Fiat ai funzionari del Tesoro".
(Fonte: www.quattroruote.it - 3/3/2009)
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Inizia il Salore di Ginevra e continua il Risiko delle alleanze. E se nascesse un "super-gruppo" Fiat(Chrysler)-PSA-BMW?

Monday, March 2, 2009

Crollo delle vendite, taglio della produzione, licenziamenti, scioperi, nuove alleanze. In estrema sintesi è quanto si sta verificando nell'industria mondiale dell'auto, colpita da una profonda crisi finanziaria globale che non si vedeva da decenni e che preluderà a cambiamenti radicali. Ed è in questo scenario drammatico ma di svolta che apre domani alla stampa la 79esima edizione del Salone dell'auto di Ginevra. Certamente tutti i "big" del settore presenti a Ginevra illustreranno le proprie ricette per uscire dalla crisi. E in molti casi si tratterà di cure shock che prevedono netti ridimensionamenti produttivi ed occupazionali, inedite alleanze o scioglimento di rapporti che duravano da decenni. Insomma, alla fine del 2009 l'industria automobilistica mondiale avrà cambiato pelle e avviato quel processo di consolidamento profetizzato alcuni mesi fa dall'amministratore delegato della Fiat. Chissà se già da allora Marchionne aveva in mente di fare un'alleanza con Chrysler, comunque quello sulle modalità ed i tempi del progetto di partnership tra il gruppo torinese ed il produttore americano sarà certamente uno dei temi caldi del salone di Ginevra. Come terrà banco il futuro di General Motors che ha annunciato una maxi-perdita 2008 da 31 miliardi di dollari e nei giorni scorsi ha presentato al governo americano un aggressivo piano di taglio dei costi (12 impianti chiusi entro il 2012 e 47.000 posti di lavoro in meno entro il 2009) a fronte di aiuti fino ad un totale di 30 miliardi di dollari. Anche Chrysler ha presentato un piano che prevede la diminuzione di ulteriori 3.000 posti di lavoro (oltre ai 32.000 già tagliati) e un taglio dei costi fissi per il 2009 di 700 milioni, mettendo in evidenza come la proposta di partnership con Fiat potrà aiutare la società sia a diminuire i costi sia ad accedere a piattaforme per veicoli a basso consumo. A fronte di ciò Chrysler chiede però un totale di 9 miliardi di aiuti. In questo scenario la Ford ha invece confermato di avere una liquidità adeguata e di poter continuare la propria attività di ristrutturazione senza dover chiedere aiuti al governo. La crisi però morde anche le giapponesi tanto che Toyota, per la prima volta dal 1963, stima una perdita di 2,9 miliardi di euro e annuncia un taglio alla produzione del 20% e la Nissan prevede un 'rosso' di 2,2 miliardi, il primo dall'arrivo di Ghosn nel 1999, e decide di mandare a casa 20 mila persone. Anche PSA ha segnato nel 2008 le sue prime perdite da dieci anni, mentre Renault ha annunciato un utile in caduta libera del 78%. Fiat invece ha segnato un utile netto di 1,2 miliardi, mantenendo però il dividendo solo alle azioni di risparmio. In questo quadro a tinte fosche si studiano nuovi scenari per uscire dalla crisi e si intrecciano ipotesi di cessioni o nuove alleanze. La Ford ha già messo in vendita la controllata Volvo, come come Gm sembra intenzionata a fare con la Saab. Sempre in casa GM, anche Opel, acquisita 80 anni fa, potrebbe essere ceduta fino al 50%. Intanto la Daimler ha già fatto sapere che non è interessata né ad Opel, né a Volvo o a Saab e anche il patron di Renault Carlos Ghosn ha al momento escluso qualsiasi ipotesi di nuova alleanza. BMW finora si è pronunciata solo sulla prosecuzione dei colloqui con Fiat per una possibile cooperazione nei marchi Mini e Alfa Romeo, oggetto otto mesi fa di una lettera d'intenti tra le due case, ed ha confermato contatti con la concorrente Daimler per un rafforzamento della cooperazione. Secondo alcune indiscrezioni di stampa la casa bavarese starebbe studiando anche un possibile ampliamento dell'alleanza con la francese PSA e qualcuno ha anche azzardato una partnership a tre Fiat(Chrysler)-BMW-PSA.
(Fonte: www.bluewin.ch - 2/3/2009)
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